Dopo due edizioni e altrettanti stand densi di concetti quasi rivoluzionari per il mondo del pavimento in legno, la sfida è mantenere, senza ripetersi, gli stessi elevatissimi standard d'ideazione e allestimento.
Mi misi al lavoro insieme a un grande creativo come Joseph Rossi per cambiare di nuovo il punto di vista. Cosa dichiarare, quest'anno delle immense potenzialità del legno?
La semplicità. La varietà e le sfumature. Combina queste qualità e potrai ottenere tutto: genuinità e inganno, semplicità ed elaborazione.
Il fil rouge è l'effetto optical, fin dalle pareti. All'interno una galleria di opere in legno di designer e artisti selezionati, tutte caratterizzate da una medesima visione: affabulare l'occhio, prenderlo creativamente in giro, stupirlo. Geometrie variabili di tasselli che mentono sapientemente alla vista, eredi di una tradizione che dai decoratori antichi passa per l'arte medievale araba e arriva a noi grazie alle strabilianti trovate, tra genio e matematica, di Escher.
I materiali, all'interno, mostrati con monacale frugalità, come fossero in attesa di essere utilizzati in un cantiere.
L'intento era, ancora una volta, quello di fare uscire nuove anime del legno. Anche in questo caso credo che ci siamo riusciti.